Manu propria
Il segno calligrafico come opera d'arte

Mostra - da sabato 16 giu 2018 | a domenica 07 ott 2018

  • Carla Accardi, "Labirinto con settori (Bianconerorosso)" (dettaglio), 1958, Mart, Deposito da collezione privata

    Carla Accardi, "Labirinto con settori (Bianconerorosso)" (dettaglio), 1958, Mart, Deposito da collezione privata

  • Achille Perilli, "Le rocce dell'antica saggezza", 1957, Mart, Deposito da collezione privata

    Achille Perilli, "Le rocce dell'antica saggezza", 1957, Mart, Deposito da collezione privata

  • Giancarlo Pavanello, "Ixidem", 1993 (dettaglio), libro d'artista in esemplare unico, Mart, Archivio del ’900, Fondo librario Archivio di Nuova Scrittura

    Giancarlo Pavanello, "Ixidem", 1993 (dettaglio), libro d'artista in esemplare unico, Mart, Archivio del ’900, Fondo librario Archivio di Nuova Scrittura

  • Ben Vautier, "Moi, Ben je signe", Bruxelles-Hamburg, Lebeer Hossmann, 1975, Archivio del ’900, Fondo librario Archivio di Nuova Scrittura

    Ben Vautier, "Moi, Ben je signe", Bruxelles-Hamburg, Lebeer Hossmann, 1975, Archivio del ’900, Fondo librario Archivio di Nuova Scrittura

Quando
da sabato 16 giu 2018 | a domenica 07 ott 2018
Prezzo
Credits
A cura di Nicoletta Boschiero e Duccio Dogheria
Dove
Casa d'Arte Futurista Depero
Tipologia
Mostra

Il segno calligrafico nelle sue molteplici varianti è protagonista di un’esposizione realizzata con opere, manifesti, edizioni sperimentali e documenti appartenenti al patrimonio museale, che annovera tra i suoi principali nuclei l'Archivio di Nuova Scrittura di Paolo della Grazia, le collezioni Bellora, Bentivoglio, Denza e Martini.
A partire dal Futurismo, la scrittura come forma di espressione artistica ha assunto una posizione di spicco nelle pratiche del Novecento, diventando un elemento fondante di movimenti quali la Poesia Visiva, la Poesia Concreta, Fluxus, la Mail art e l'Arte concettuale. Nel secondo dopoguerra si fanno sempre più intense le relazioni tra artisti e poeti, le contaminazioni tra i linguaggi, le stratificazioni di immagini e parole. Ben oltre le formule convenzionali, la scrittura nella sua accezione visiva appare uno strumento immediato e autentico, capace di esplorare nuovi territori dell'immaginazione e del pensiero.
Dalle giocose sperimentazioni epistolari di Giacomo Balla fino al writing contemporaneo, la mostra indaga il rapporto tra arte e scrittura con particolare attenzione alle esperienze che hanno attraversato la seconda metà del XX secolo. Interpreti esemplari i dipinti di Gastone Novelli e Achille Perilli, gli alfabeti di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo, le grafie di Emilio Villa, i palinsesti di Magdalo Mussio, le scritture illeggibili di Bruno Munari, le ricerche verbo-visuali di Ugo Carrega, Martino Oberto e Giancarlo Pavanello.
Arricchiscono il percorso una preziosa serie di libri d’artista e alcuni importanti documenti relativi al graffitismo internazionale, esposti per la prima volta, provenienti dall'Archivio del '900 del Mart.

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