Dana Schutz
Contemporanea

Mostra - da domenica 03 ott 2010 | a domenica 09 gen 2011

  • Dana Schutz, "Swimming Smoking Crying", 2009

    Dana Schutz, "Swimming Smoking Crying", 2009

  • Dana Schutz, "Carpenter", 2010

    Dana Schutz, "Carpenter", 2010

  • Dana Schutz, "How we cured the plague", 2007

    Dana Schutz, "How we cured the plague", 2007

  • Dana Schutz, "I'm into Shooting in Natural Environments", 2008

    Dana Schutz, "I'm into Shooting in Natural Environments", 2008

Quando
da domenica 03 ott 2010 | a domenica 09 gen 2011
Prezzo
Credits
A cura di Gabriella Belli
Dove
Mart Rovereto
Tipologia
Mostra

Le tredici opere selezionate ed esposte al Mart, ci mostrano Dana Schutz nella veste di interprete di una linea figurativa legata per molti versi alla migliore tradizione europea.

I suoi dipinti, risolti formalmente in colori squillanti e forme che ricordano le ricerche pittoriche di Philip Guston, mostrano sempre dei corpi impegnati in un’azione violenta e grottesca, compiuta da individui isolati oppure da enigmatiche moltitudini.

Con la pittura l’artista, infatti, esprime la sua personale e visionaria rappresentazione della vita.

Nella maggior parte delle opere al Mart non si vedranno i “Self-Eaters” (Autofagi) che hanno caratterizzato la produzione recente di Dana Schutz, ma piuttosto figure solitarie impegnate in azioni brutali, compulsive e multitasking - come in “Swimming, Smoking, Crying”, 2009, o “Shaking, Cooking, Peeing”, 2009 – o sconvolti da modificazioni corporee indotte dall’esterno attraverso gli organi più sensibili: bocca, dita e occhi, come in “Bird in Throat”, “Finger in Fan” e “Poke”, tutte del 2010.

La pittura di Dana Schutz “galleggia” dentro e fuori dai generi pittorici; le sue nature morte diventano personificate, i ritratti diventano eventi, e i paesaggi diventano architetture.

Nella mostra al Mart, l’obiettivo critico è di affrontare la genesi di una pittura così enigmatica, poiché la Schutz ha sempre rifiutato l’etichetta di pittrice surrealista; appare altrettanto forzato un suo inserimento nella grande tradizione espressionista americana.

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